Una fisionomia massiccia per un’indole irrequieta, effige di un clima capriccioso per quei 2.144 metri di altitudine che stuzzicano vento e nebbia. Schiaffi quotidiani che in realtà concorrono a rendere il Monte Antoroto uno scrigno naturalistico di prim’ordine, inserito non a caso tra i Siti di Importanza Comunitaria tutelati a livello europeo. Un migliaio di ettari che si aprono attorno alla vetta, con rocce, praterie, macereti, faggete e arbusteti.
La sovrapposizione di specie tipicamente alpine con specie a gravitazione mediterranea. Dalla Festuca dimorpha (riscontrabile solo in area appenninica centrale) all’Aquilegia alpina, ranuncolacea endemica delle Alpi Occidentali. Qui la biodiversità alza la voce e rimbomba da un angolo e l’altro di Valle Tanaro e Valle Casotto, sulla cui dorsale di confine sorge appunto l’Antoroto. Un lungo dorso che a occidente è connesso con Cima Ciuaiera attraverso un serie di punte rocciose dette Rocce di Perabruna o Le Panne (toponimo ancora utilizzato a Ormea, con probabile alterazione linguistica di Le Penne, ovvero “le punte” in virtù della radice celtica pen), mentre a oriente si trasforma in un imponente contrafforte che separa la conca di Ormea dalla Valdinferno.
Molto frequentato per la sua facilità di accesso e per l’eccezionale panorama che si può godere dalla sua vetta (dalla costa ligure alle colline di Langa, dalle Alpi Marittime al Monte Rosa), il Monte Antoroto sembrerebbe nominalmente legato alla presenza in loco dell’Aconito Anthora, come suggerito da Goffredo Casalis nel 1845 all’interno del dodicesimo volume del Dizionario Geografico degli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna.
Caratteristico per forma e posizione, l’Antoroto venne vinto ufficialmente per la prima volta il 15 agosto del 1895, quando l’alpinista Giovanni Delle Piane (illustratore e studioso delle montagne liguri, autore della pregiata “Guida per escursioni nelle Alpi ed Appennini Liguri” edita dalla Sezione Ligure del CAI) partì alle 7.50 da Garessio per giungere sulla vetta via Valdinferno e Colla Bassa alle ore 12.30 circa.
A testimonianza della sua particolarità orografica e geografica, infine, l’Antoroto venne altresì prescelto il 13 luglio 1947 dal CAI Mondovì per celebrare la Giornata della Stella Alpina e festeggiare l’ingresso delle neonate sottosezioni di Ceva e Garessio (oggi divenute autonome).
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In questi spazi le indicazioni per raggiungere la vetta estrapolate dall’eccellente portale Cuneotrekking.com, da cui è tratta altresì la foto a corredo dell’articolo.