Alla scoperta del gigante centenario di Valloriate

Un’appendice orografica secondaria che scappa verso nordovest, solleticando la schiena dell’Alpe di Rittana e tuffandosi nel silenzio di una montagna che sembra ancora dolce e accogliente in virtù di quel legame visivo e olfattivo con la piana. In questo abbraccio verdeggiante di bassa valle si apre il comune di Valloriate, saggio e taciturno ai margini del corridoio principale della Stura.

Nelle pieghe del torpore, le radici del tempo che è stato. Perché è sufficiente bucare i versanti con lo sguardo per capire qualcosa di noi stessi e del nostro passato. Un migliaio gli abitanti del paese a fine Settecento. Strade, sentieri, mulattiere e borgate. Cicatrici che si intuiscono qua e là, giocando a nascondino tra le luci e le ombre di una montagna che ha accordato ogni richiesta, soprassedendo sulle violenze e sui soprusi. Perché Valloriate da quel momento non si è più fermata.

L’ubicazione geografica, il clima, le risorse naturali. Nell’Ottocento si scava, si disbosca, si lavora. Si accarezza la terra in nome di un equilibrio simbiotico tra uomo e natura. Le borgate si ampliano, le strade si allungano, la popolazione aumenta. Ai primi del Novecento Valloriate conta 2.152 abitanti. Un vociare confuso che rimbomba da un versante all’altro, accarezza prati e pascoli, si tatua nella corteccia degli alberi. Dei castagni soprattutto, amici e confidenti, fedeli compagni di vita e di lavoro.

Poi i due conflitti mondiali e le sirene delle fabbriche. Il Mondo dei Vinti che prende tragicamente forma. La gente scappa nei numeri ma non con l’anima. Perché Valloriate rimane nella testa e nei ricordi della Resistenza, dell’infanzia, dei lavori nei campi, della castanicoltura. Rimane negli usi e nei costumi di un piccolo mondo agreste che oggi tentenna tra le capriole della memoria, ma non si arrende. Perché il passato va ascoltato, raccontato e tramandato. Magari partendo dalla visita di alcuni giganti naturali che impreziosiscono il variegato territorio di Valloriate.

Straordinari capolavori come il meraviglioso Arbou d’la Moutta, castagno monumentale che supera i venti metri di altezza e i diciotto di chioma, per una circonferenza alla base di 7,50 metri e un’età stimata di 450-500 anni.

L’Unione Montana della Valle Stura propone allora per il prossimo 12 luglio alle ore 14.30, una breve escursione guidata con l’accompagnatore Luca Franco alla scoperta di questo capolavoro silenzioso di storia e natura.

Per chi fosse interessato all’iniziativa (completamente gratuita e svolta nel pieno rispetto delle vigenti norme di sicurezza), è necessaria la prenotazione tramite mail (unionemontanavallestura@gmail.com) o telefonando all’Unione Montana stessa (0171.955555).