Le montagne, oggi, sono tutte straniere. Contenitori vuoti che vivono di silenzi e di ricordi. Sul Bric Mindino non c’è nessuno a ricercare la costa ligure con lo sguardo. L’imponente croce di vetta graffia il cielo di giorno e di notte in completa solitudine. Il respiro del mare, allora, sfiora i pascoli e l’ultima neve e poi corre via, stupito per quel silenzio pesante che distende ma ferisce.
Sulle piste di Prato Nevoso le risate e la musica giacciono inermi nei cassetti della memoria. I disegni delle ultime sciate sono ancora impressi nel manto nevoso, come cicatrici di un divertimento spentosi d’improvviso. Le seggiovie cullano il silenzio tra le braccia del vento. Non fanno domande e contemplano il vuoto, in attesa che si riaccenda una luce che le rimetta in moto.
Il Santuario di Sant’Anna di Vinadio medita come sempre. Da quassù nulla sembra cambiato, tranne quel ronzio di sciatori ed escursionisti che da qualche settimana non riecheggia più nel Vallone d’Orgials. Le campane sognano tempi migliori e si tengono pronte a battere le mani quando il sole d’estate avrà sconfitto questo grigiore diffuso al sapore d’autunno.
A Castelmagno e a Marmora il silenzio è di casa. Abita tutto l’anno tra le borgate più vecchie e le rocce più alte. Oggi, però, scende in paese, dialoga con il sole e con il vento, pettina i comignoli accesi, si incammina qualche metro verso la piana. La terra intanto respira sottovoce, in attesa della prossima neve.
Il lago di Pontechianale si sgranchisce le ossa dopo un sonno invernale agitato e di breve durata. Gli schizzi si perdono tra il silenzio di sponde deserte che lacrimano naviganti desiderosi di avventurarsi tra le braccia dell’acqua. Oggi, però, sono tutti impegnati ad attraversare una difficile battaglia di vita. Ma torneranno presto ad Itaca, a giocare e a passeggiare in Valle Varaita.
Alle Bigorie di Oncino la pista da fondo non si trova. Morsicata dal caldo fuori stagione, si è lasciata andare nell’abbraccio tiepido di una terra che comincia già a rifiorire. Là dietro, ad ovest, il Monviso mastica aria e silenzio, curioso e preoccupato. Passerà anche questa. Lui nell’attesa rimane lì a guardarci e come un vecchio amico ci infonde coraggio con le sue luci e le sue ombre.