Palanfré, un gioiello nella Val Grande di Vernante

Una stretta insenatura laterale che sa di selvaggio e di silenzio fin dai primi tornanti. La Val Grande di Vernante disorienta per quell’immersione così diretta nella natura. Un tuffo quasi inatteso in una montagna cruda che non ha mai risparmiato sudori e fatiche ai tanti che l’hanno abitata. Il loro respiro, oggi, si intuisce appena sotto le rughe del tempo, inghiottito dalla voracità delle foglie. La Via di Teit, forse, esiste anche per loro: per perpetrarne i ricordi e la memoria.

La strada intanto sale ripida arrampicandosi verso l’alto. In inverno la neve aumenta metro dopo metro fino a lasciarsi andare ai margini di Palanfré, gioiello architettonico che profuma di vita nuova. Un toponimo affascinante per una borgata che sorprende fin dal primo sguardo: Palanfré dal sostantivo prelatino pala, derivante dalla radice celto-ligure pal, “rupe scoscesa” e velatamente influenzato dalla parola latina fer-ferus, “luogo selvaggio” e indicante quindi letteralmente una “ripida località pascoliva isolata, alla base di monti rocciosi”.

Il piccolo villaggio, in effetti, è stato eretto lungo un  versante particolarmente acclive e per questo soggetto ad elevato rischio valanghivo. Per scongiurare quest’ultimo e proteggere così le singole abitazioni, si è allora deciso di mantenere la densa faggeta soprastante, vietandone il taglio fin dal 1741. Un divieto, questo, che è valso all’intera area verde l’etichetta di “Bosco Bandito”.

Divenuto negli anni un importante patrimonio naturalistico, il bosco è ufficialmente protetto dal 1979, anno di creazione della Riserva Naturale del Bosco e dei Laghi di Palanfré, oggi mantenuta e valorizzata dall’Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime. In tal senso è stato da poco predisposto un percorso itinerante autoguidato, corredato da apposita cartellonistica, in grado di condurre il visitatore alla scoperta delle biodiversità faunistica e floristica presenti nella faggeta.

Grazie ad un innevamento medio piuttosto abbondante, infine, la conca di Palanfré ben si presta per divertenti gite di scialpinismo verso il Monte Pianard o la Costa della Garbella ovvero per affascinanti escursioni estive in direzione del Frisson e degli omonimi Laghi.