Camoglieres, il borgo sospeso nel silenzio

Ci sono angoli di montagna incastonati nel silenzio, dove il tempo si è cicatrizzato nella pietra e nella terra. Scorci che rimandano a un passato che profuma ancora di eroismo, quando per vivere ci si aggrappava al terreno e a se stessi. Sudore, ingegno, elasticità. Predisposizione a sopportare e ad andare avanti nonostante tutto. Angoli che conquistano e disorientano, che vanno però cercati e corteggiati. Non sono immediati e non sono per tutti.

Risalendo la Valle Maira, ad esempio, capiterà di incontrare (tra gli abitati di San Damiano Macra e Macra), un bivio secondario sulla destra, che si inabissa in un valloncello apparentemente angusto e ombroso. Un paio di tornanti secchi parrebbero avvalorare la tesi di un territorio inospitale, freddo e oscuro. Basterà reclinare la testa verso valle, però, per cominciare a capire. Una scala e non una semplice salita verso un panoramico balcone silenzioso.

Arroccata su versanti prativi esposti a meridione, sorge infatti la borgata di Camoglieres, un raffinato pugno di case che sonnecchia ai piedi di rocce e falesie. Anche nelle fredde giornate d’inverno l’aria pungente del mattino è mitigata dai primi abbracci del sole e la neve è solita scappare via veloce, senza dare nell’occhio. Un borgo capace di brillare di luce propria, immerso in versanti selvaggi e incontaminati come suggerirebbe il nome stesso, italianizzazione del locale camulières, “territorio frequentato dai camosci”.

A Camoglieres in effetti tutto pare sospeso, immobile, come se anche il tempo si fosse dimenticato di scorrere in avanti, troppo impegnato a scrutare quest’anfiteatro naturale che avvolge l’escursionista o il viandante di passaggio. Sentieri, vie ferrate, ponti sospesi. Dietro al silenzio, insomma, c’è di più. C’è il mondo della scoperta e dell’avventura, dell’ebbrezza e delle vertigini. Di cadere nel vuoto, certo, ma anche di ritornare alla bulimica frenesia quotidiana dopo un’esperienza così immersiva tra le braccia della montagna e di se stessi.

Un consiglio? Rallentate la discesa a fondovalle e fate una tappa alla Locanda del Silenzio. L’albergo diffuso vi consentirà di sfiorare l’anima autentica di Camoglieres.